Contrade e sostenibilità
Questo articolo a mia firma fu pubblicato nel “Malborghetto”, il periodico della Contrada Capitana dell’Onda, nel 2018. Lo ripubblico oggi, dopo le parole del Cardinale Augusto Paolo Lojudice, Arcivescovo di Siena, a margine dell’evento Laudato Sì: “Sono convinto che queste [le contrade] possano svolgere il proprio ruolo per la sostenibilità”
Avete mai sentito parlare di “cambiamento climatico”? E di “overshoot day”? Dell’Agenda 2030? E soprattutto vi chiederete: cosa c’entra tutto ciò con il nostro giornalino? C’entra, molto. E vi spiegherò perchè.
Il cambiamento climatico. Quando avvenne nel 1973 la nota “crisi del petrolio”, molti studiosi iniziarono a riflettere sull’uso delle fonti rinnovabili a scapito dei combustibili fossili. Circa 45 anni fa iniziammo infatti ad accorgerci che la terra è un pianeta “finito” ovvero che le risorse energetiche non sarebbero state eterne e che la velocità dello sviluppo industriale assieme al crescente inquinamento dell’aria e all’aumento della popolazione avrebbe negli anni velocizzato questo processo di “chiusura anticipata”. Catastrofismo direte voi? In buona parte purtroppo è realtà, e questo ce lo conferma uno dei tanti studi effettuati in questo lungo lasso di tempo: lo svedese Johan Rockstrom ha dimostrato ad esempio quali erano i limiti fisici della Terra e quali, ahinoi, abbiamo già superato con effetti decisamente disastrosi. Primo fra tutti: il cambiamento climatico, drammatica conseguenza dell’emissione sempre più elevata di CO2 che si sprigiona dalla combustione dei fossili. Le immagini di eventi metereologici sempre più estremi che continuamente ci vengono mostrate sono il simbolo che nessuno ne è esente, neppure noi. A questo scenario apocalittico possiamo inoltre aggiungere lo scioglimento dei ghiacciai con conseguente innalzamento dei mari, la perdita di biodiversità e l’aumento della temperatura del pianeta: insomma, una strada che sembra senza ritorno.
Overshoot day. Uno dei tanti problemi che ci ha condotto a questa status di pre-catastrofe è sicuramente la mancanza di educazione culturale sulle risorse del nostro pianeta. E il simbolo di questo è lo studio, anch’esso iniziato negli anni ’70, dell’”Earth overshoot day” che indica a livello illustrativo il giorno nel quale l’umanità consuma interamente le risorse prodotte dal pianeta nell’intero anno. Per farvi immergere meglio in questa realtà, ci vengono incontro i numeri di questo studio che ci raccontano che, nel 1971, l’”Overshoot Day” era fissato per il 21 dicembre, mentre per il 2018 è caduto il 2 agosto. Lo studio rivela inoltre quanto consuma ogni paese della terra e quanti pianeti simbolicamente ci vorrebbero se tutta la popolazione mondiale (oltre 7 miliardi di persone) seguisse questa o quella nazione. I commenti sono superflui.
Agenda 2030. Siamo senza scampo? Forse. Certo è che il concetto che va ribaltato è quello tradizionale del “quello che faccio io non serve a niente”. Falso! Ognuno di noi è in qualche modo responsabile nel bene e nel male di ciò che accade nel pianeta. E da ognuno di noi può dipenderne una risposta migliore o peggiore per i nostri figli e nipoti. Per questo l’Onu ha proposto una risoluzione firmata nel 2015 da 193 paesi con 17 obiettivi di Sviluppo Sostenibile, per cercare di invertire la rotta. Nei 17 ambiziosi “goals” non c’è solamente “il cambiamento climatico” ma vi troviamo anche la “lotta alla diseguaglianza”, “la parità di genere” oppure il “lavoro dignitoso per tutti”: uno sviluppo quindi non solo ambientale, ma anche economico, etico e sociale, al fine di lasciare ai nostri figli e nipoti un mondo migliore del nostro.
La Contrada. Fra i valori basilari che contraddistinguono da sempre le Contrade ci sono sicuramente l’educazione dei giovani e il mutuo soccorso. Valgono sempre? Credo di sì, anche se in alcuni casi sono ancorati a logiche superate. Sicuramente un’educazione (anche degli adulti) allo sviluppo sostenibile potrebbe essere una nuova lettura di questi valori: penso al rispetto dell’ambiente – ad esempio l’uso di piatti, posate e bicchieri organici, oppure al recupero degli scarti alimentari -, all’inclusione dei “ultimi” della società (la oramai defunta “Soffitta in Contrada” era un ottimo esempio) o ad una vera parità di genere; sogno, e qui subentra il romanticismo, progetti volti a migliorare la vita dei contradaioli, degli abitanti il rione e, perché no, di comunità ancora più grandi. Crediamoci, se non per noi stessi, almeno per chi verrà dopo.